Chi Siamo

“Popilia” si propone d’esser una seconda casa per i suoi ospiti.
La genuinità delle pietanze è solo il punto di partenza d’un viaggio enogastronomico che sarebbe nulla se non lo si vivesse con la giusta compagnia.

la nostra storia

Quando maturammo la decisione di mettere su il nostro ristorante, ci prefiggemmo, in primis, di dargli un nome non banale, ma che fosse strettamente legato al territorio picentino che ci ospitava. Incuriositi dal fatto che gli anziani del posto chiamavano la via dove avremmo aperto il locale ‘a viar’à colonna ci mettemmo alla ricerca di notizie o pubblicazioni storiche che avrebbero potuto svelarci l’arcano.

Risotti cremosi
Fusilli Popilia
Scialatielli alla Nerano
Ravioli con funghi porcini

le nostre specialità

Dalla classica pasta fresca fatta in casa, che si scioglie in bocca, ai sapori più intensi e complessi dei risotti cremosi, ogni piatto è un’esperienza unica. Prova i nostri fusilli Popilia (Salsiccia, nocciole, rucola, funghi porcini, ricottina salata, olio e.v.), oppure lasciati conquistare dagli Scialatielli alla Nerano.

scialatielli alla nerano
fusilli popilia

Così venimmo a conoscenza che gli anziani amavano ancora chiamare la nostra via in quel modo perché, molto probabilmente, in tempi lontani, al termine della discesa doveva esserci una “columnia”, (termine latino) che stava ad indicare una stele che riportava la distanza di questa strada secondaria da quella principale, una famosa via romana, “la via Popilia” che passava poco lontano.
Avevamo trovato il nome da dare al nostro locale: Popilia la via dei buoni sapori.
Ci piace riportare alcune notizie sulla via Popilia, tratte dalla pubblicazione i Commentari che, certamente farà piacere leggere soprattutto a quanti abitano i picentini e che, come noi, non ne conoscevano l’esistenza:
«Di estrema importanza, soprattutto commerciale, questa strada da Capua arrivava a Nuceria (attuale Nocera), poi proseguiva per Rota (attuale Mercato San Severino), tornava indietro ed arrivava a Salerno (Fratte), quindi saliva per San Mango, passando per Filetta, e si immetteva nelle terre a nord di Campigliano. Da Campigliano proseguiva lungo il fiume e tramite il ponte saliva nella contrada di Ponte Mulinello. Da qui proseguiva per la frazione Malche e successivamente con un percorso rettilineo arrivava a Santa Maria a Vico. Passava davanti al Tempio per poi costeggiare una città greca, oggi necropoli ricca di reperti archeologici, situata tra il Tempio ed il Castel Rovere, tra la strada ed il fiume. Da qui, dopo aver costeggiato il castello, continuava la sua corsa sul territorio picentino passando per Ornito e Gauro. Arrivava a San Pietro di Montecorvino proseguiva verso Eboli e quindi per la Lucania, fino a Reggio Calabria.»

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